Subject: R: public mon Sent: 19-02-1920 12:33 Received: 16-02-2001 12:12 From: Cesare Pietroiusti, cesarepietroiusti@worldnet.att.net To: emilio fantin, bom1790@iperbole.bologna.it CC: signore@undo.net, signore@undo.net Caroline Bachmann, jonas@libero.it caro emilio, ti sono grato delle tue parole, e sono d'accordo sul metodo che proponi. non mi sento intimidito perch si tratta della tate, e so bene che la cosa pu essere divertente, e bella, se le condizioni sono adatte. in fondo, alla biennale, qualcosa ha funzionato perch szeemann ha accettato con rispetto la nostra richiesta di autonomia. cercher di capire come davvero la pensa 'sto tipo. anyway, vedremo quello che esce fuori. anch'io ogni tanto mi ripeto, a fronte della voglia di mandare un po' tutto a quel paese, che un vero peccato sprecare realt che si fatto tanto per costruire. un abbraccio, cesare -----Messaggio originale----- Da: emilio fantin A: Cesare Pietroiusti ; Giancarlo Norese Cc: Caroline Bachmann Data: venerd 16 febbraio 2001 7.50 Oggetto: R: public mon i tuoi sopetti, cesare, potrebbero avere anche qualche fondamento ma questo sarebbe una ragione in pi per "colpire". Non sarebbe la prima volta che mi trovo in situazioni del genere e non c' nulla di pi gratificante di rispondere a tono. Infatti ho pagato caro pi di una volta le mie idee (come credo anche voi). Dobbiamo tenere presente che molto del lavoro di ognuno di noi (oreste solo un momento, una delle strategie) stato quello di dare autonomia all'artista e al suo lavoro, creando situazioni che si ponessero dialetticamente sullo stesso piano delle istituzioni o dei privati, dimostrando che possibile fare le cose e instaurare un dialogo anche senza diventare giullari o star coccolate. E ci siamo riusciti in pi di un'occasione, sia individualmente che lavorando assieme. Non buttiamo via questo (che non va gi a molti), che una vera conquista e che, con parole (forse pi dolci), dovrebbe essere detto a Dominic (a proposito dell'intellectual focus). Il confronto con la tate personalmente mi stimola, mi piacete voi, e ci sarebbe da diverstirsi, ma non avrei remore a mandarli a quel paese dopo aver chiarito perch si tirano indietro e nel caso aver risposto per le rime. Cesare sei tu che porti avanti il dialogo, e so che una rottura di palle, e forse hai voglia di startene pi tranquillo a pensare nel tuo studio (anch'io), ma forse c' da divertirsi anche qui. E' una specie di aiuto "metaforico" che intendo darti con questa pappardella, ma se occorre anche un aiuto fisico, a voce( o via email) ci sono. emilio ---------- > Da: Cesare Pietroiusti > A: emilio fantin ; Giancarlo Norese > Cc: Caroline Bachmann > Oggetto: R: public mon > Data: venerd 16 febbraio 2001 0.01 > > cari amici, > sono un po' a disagio, e ho qualche sintomo di insofferenza; scusatemi per > questo. > non vedo bene questa cosa, ho la sensazione che sotto sotto ci sia qualche > altra cosa che non sappiamo (tipo uno "stop" dato a questo dominic da quelli > che stanno gestendo la mostra dell'arte povera - gente tipo rivoli, > christian stein e compagnia); oppure lui e martin non si sono capiti > dall'inizio, oppure martin che non ha capito. > resta il fatto che non riesco a figurarmi cosa si potessero aspettare di > diverso da quello che abbiamo proposto. > d'altra parte, emilio, il problema che pone dominic non quello > dell'organizzazione "temporale", la scadenza degli eventi, ma un > "intellectual focus" che a lui sembra mancare. ne in un certo senso lo > capisco; fa parte proprio del carattere di oreste, questa > "indeterminatezza". > ancora, debbo dire che l'idea di caroline del convegno pomeridiano > formalizzato non mi convince; un'idea un po' scontata, che potrebbero > benissimo gestire loro e semplicemente invitare qualcuno (anche di noi) a > fare un intervento, insieme ad altri (andrebbe benissimo farlo, ma non > organizzarlo); > l'idea di postazioni con interventi di artisti mi paice forse di pi, ma a > questo punto inevitablmente ancora vaga; ne dovremmo parlare, incontrarci > ecc. ecc. difficile dare a questi interventi, ora, un "intellectual focus" > ho, ancora una volta la sensazione di una sorta di trappola in cui si viene > ingabbiati come "animatori culturali"; allora meglio quella imposta > all'"artista" normale dal sistema delle gallerie ecc ecc. > al di l del fatto in s, la cosa mi mette agitazione, perch mi pone (ci > pone) di nuovo il problema "generale" di noi e oreste. > comunque cercher di parlare con questo tipo, domani, e farmi piuttosto dire > d lui cosa vuole, magari gli proporr per telefono questa sorta di > organizzazione della giornata di cui parla emilio. poi, > prendo tempo. > ciao ciao, > cesare > -----Messaggio originale----- > Da: emilio fantin > A: Cesare Pietroiusti ; Giancarlo Norese > > Cc: Caroline Bachmann > Data: gioved 15 febbraio 2001 2.23 > Oggetto: R: public mon > > > Caro cesare > Il mio parere > Temo che siamo stati un po' vaghi (del resto loro sembrano prevenuti) > Effettivamente non abbiamo presentato un programma definito e probabilmente > loro hanno avuto una sensazione di insicurezza. > Il mio consiglio di provare con un programma definito come si stava > delineando nel primo giro di email > > io rilancio questo schema > riassumendo: > ore 11.000 14.00 > al mattino programma chiuso d'incontri ad invito con > associazioni in maggioranza ingelsi e un paio di europee (con eventuale > brunch) > dove noi presentiamo un progetto e ne valutiamo assieme la fattibilit > (una residenza estiva contemporaneamente in talia e inghilterra in modo > che si possa passare da un posto all'altro, cio due situazioni legate) > > 14.00 15.30 pausa libera > > pomeriggio apertto al pubblico > > 15.30 19.000 > presentazione con alcune postazioni giocate in modo diverso > di lavori di artisti legati ad oreste (Italiani e stranieri, si possono > invitare degli inglesi "nuovi" a pareteciparvi). Le postazioni dovrebbero > essere poche (almeno 3) e lasciare il passaggio. Su ogni postazione si > possono mettere un certo numero di documentazioni (una cartacea, l'altrea > video, l'altra web) > > 19.00 22.00 > Un tavolo gi preparato con vivande coperto viene scoperto e si da inizio > al party con musica e lasciando le postazioni.(nel caso fossero troppo > ingombranti si levano) > Anche se il tavolo piccolo una volta finite le cose possono essere > rimesse.Oppure si porta un tavolo (lasciato in un altra stanza e si > allestisce al momento) Comunque in ogni caso, queste cambi di scena fanno > parte della scenografia! > Per quello che riguarda il numero di persone del pubblico non un > problema: o si va ad esaurimento cibo bevande e quindi stabiliscano loro > quanti soldi sono disposti a mettere, oppure si fanno degli inviti per tot > persone sempre considerando il budget. > io penso che potrebbero essere spesi 800/1000 > (sterline) per un party x 200 persone > I vari progetti (incontro con associazioni, presentazione, party, cibo, > setting) saranno curati personalmente dai 5 artisti > > spero ti sia d'aiuto > > ciao a presto > > emilio > > > ---------- > > Da: Cesare Pietroiusti > > A: Giancarlo Norese > > Cc: Emilio Fantin ; Caroline Bachmann > > > Oggetto: R: public mon > > Data: mercoled 14 febbraio 2001 21.59 > > > > non so esattamente i dubbi che questo willsdom ha - in qualche modo > intuisco > > che non sono sbagliati. > > forse il problema che si aspettava qualcosa di diverso. e qui sorgono i > > miei dubbi. cosa si aspettava? > > un problema di nomi? di cose da fare? > > io cercher di parlarci per telefono, e di capire meglio. > > comunque in fondo in fondo mi sono un po' stufato di lavorare per cose > che > > alla fine danno poca gratificazione individuale, e magari ti fanno anche > > litigare con quelli che non hai coinvolto, e che si offendono ecc. ecc. > > e quindi se questa cosa alla tate va a monte chissenefrega. > > dopo la conversazione per telefono (cercher di parlare anche con > martin), > > non gli dir subito si o no, e prender io un po' di tempo per > riflettere. > > ok? > > c. > > > > >