One MoRE Year. Opere dalla collezione del Museum of Refused and Unrealised Art Projects.

 

“Perché mi piace l’idea di un museo di opere non realizzate? Forse perché dico spesso che per un artista è meglio non cadere nella convinzione di avere ‘fatto’ un’opera. Perché l’opera ‘fatta’, finita, costringe ad un atteggiamento luttuoso: il lutto per un’idea, per un’energia, per un gesto perduti. L’opera d’arte è necessariamente incompleta, insatura, a-venire. In questo senso, le opere non realizzate sono le più radicali”. Cesare Pietroiusti

Cos’è una mostra on line? In occasione del primo compleanno di MoRE ci proponiamo di sperimentare questo strumento confrontandoci con altri esempi significativi. Se una mostra, come crediamo, è un racconto che si snoda attraverso una serie di tesi e che sviluppa un impianto critico su un determinato tema, un caso recente ed apprezzabile vicino ai nostri intenti e ai nostri temi è la Gallery of Lost Art, progetto multimediale della Tate insieme a Channel4, curato da Jennifer Mundy e progettato da studio ISO, nel quale – per la durata di un anno – sono esposte opere d’arte divise in dieci categorie: rubate, distrutte, di passaggio, respinte, non realizzate, messe da parte, scomparse, degradate, rimaneggiate, censurate. Naturalmente i modelli a cui abbiamo guardato sono diversi, dalle ricerche tra archivio, esposizioni e interviste di Hans Ulrich Obrist sul non-realizzato, alla mostra dedicata da Roberto Pinto al non-realizzato nella specifica categoria dell’arte pubblica, fino al più recente dibattito in ambito accademico riguardo alle potenzialità di una digital curation e dei digital repository.

Rispetto a questi ONE MoRE YEAR racconta il progetto di un anno di lavoro, le criticità e le opere e i temi alla base della nostra ricerca sul non realizzato, che si è costantemente confrontato con una attività sul campo a fianco degli artisti e all’interno di biblioteche e archivi.

L’allestimento della mostra è articolato su più sale, accessibili da un menu iniziale che riporta al confronto con la tradizione del museo: questa sequenza di sale rilegge così la collezione e offre una prima sistematizzazione delle opere raccolte classificate secondo possibili relazioni e categorie di appartenenza.

L’allestimento della mostra è coerente con la natura del museo: non una raccolta di riproduzioni digitali che rimandi a oggetti reali, (un riferimento alto di questo tipo di ricerche può essere Google Art Project), ma una collezione di oggetti digitali e digitalizzati che in questo formato trovano una nuova possibile fruizione, in riferimento alla loro mancata realizzazione, e vivono quindi una nuova vita all’interno del web.

La mostra propone una selezione delle opere donate a MoRE in questo primo anno di attività articolandole su due livelli: quello della classificazione delle motivazioni di mancata realizzazione e quello della committenza.

One MoRE Year. Opere dalla collezione del Museum of Refused and Unrealised Art Projects.