SALA 2 Il non realizzato, il museo e l'archivio

 

“Penso alla bellezza e freschezza dei disegni preparatori di dipinti, modelli in scala o minute descrizioni corredate da disegni. L’idea di un museo virtuale e non fisico piace perché facilita il coinvolgimento dei visitatori con il museo, le sue opere e la comunità stessa”.  Debora Hirsch

 

Uno dei progetti donati a MoRE è il Museo degli artisti dimenticati di Cesare Pietroiusti che consiste nel “cercare artisti molto bravi”, ma dimenticati per riscrivere così una storia dell’arte contemporanea italiana alternativa degli ultimi tre decenni (1970-2000 ca.).

Scegliamo di partire da qui, perché il tema del non realizzato nell’arte del XX e XXI secolo attraversa trasversalmente quello del sistema dell’arte e del ruolo delle istituzioni oggi. MoRE e il suo archivio nascono da presupposti simili, che mirano a scavalcare le normali logiche progettuali e produttive per analizzare la progettualità nascosta, rifiutata o abortita degli artisti contemporanei e dedurne linee di ricerca sulle modalità del fare arte oggi.

Il Museo degli artisti dimenticati, simile del resto al progetto realizzato del Museo dell’arte contemporanea in esilio si pone del resto in linea con un’altra opera non realizzata donata da Cesare Pietroiusti a MoRE, Mine vaganti che mirava a “creare” arbitrariamente l’identità di artisti o critici inesistenti, affinché contribuissero attivamente con la loro professionalità fittizia e programmata a tavolino al sistema tramite false opere o falsi interventi o addirittura mostre adeguatamente comunicate e pubblicizzate.

Il concetto di archivio digitale trova invece una contestualizzazione più precisa nel dibattito contemporaneo corrispondendo al concetto di democratizzazione, accessibilità condivisa e fruibilità oltre che di ottimizzazione della conservazione delle collezioni stesse e ha visto numerosi esempi, non ultimo il progetto europeo di Digitizing ideas recentemente raccontato a MoRE dalla curatrice Jasna Jaksic.

Riflessioni ulteriori e ulteriormente interessanti sono state fatte negli ultimi anni anche dagli stessi direttori di musei alle prese con costi e complessità delle strutture come quella di Marina Pugliese, direttrice del Museo del Novecento di Milano che ipotizza un museo-archivio di soli progetti realizzabili in occasioni specifiche.

Del resto uno dei problemi principali della creazione di un archivio come il nostro è quello della conservazione, della traduzione dei formati e della qualità dei materiali conservati tanto quanto avviene in un archivio materiale cui si aggiunge inoltre il problema della reversibilità dei formati stessi. La qualità del materiale di progetto (su cui i sofferma anche Alberto Salarelli proprio qui su MoRE) è poi strettamente connessa alla tipologia di progettualità dell’artista stesso ed è costituita da copie digitali di schizzi a matita o penna, appunti su carta e quaderni, dattiloscritti, maquette, video, rendering…

 

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